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LENOSPREAD CREMA 50G 1%

Produttore: I.B.N. SAVIO Srl
Codice articolo: 025496062
Disponibilità: Articolo esaurito
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Principi attivi

100 g di crema contengono: Principio attivo Piroxicam g 1

Eccipienti

100 g di crema contengono: Essenza di menta g 0,005 Essenza di pino g 0,01 Palmito stearato di etilenglicole e polietilenglicole g 20 Gliceridi saturi poliossietilenati g 3 Olio di vaselina g 3 Butilidrossianisolo g 0,05 Metile p-ossibenzoato g 0,1 Propile p-ossibenzoato g 0,05 Acqua q.b. a 100 g g 72,785

Indicazioni terapeutiche

Stati dolorosi e flogistici di natura reumatica o traumatica delle articolazioni dei muscoli, dei tendini e dei legamenti.

Controindicazioni/Effetti indesiderati

Ipersensibilità individuale accertata verso il prodotto. Terzo trimestre di gravidanza. Allattamento.

Posologia

Spalmare un'opportuna quantità di crema sulla parte dolorante massaggiando lentamente fino a completo assorbimento, ripetendo la somministrazione 2-3 o più volte al giorno.

Conservazione

Per il LENOSPREAD crema non sono previste speciali precauzioni per la conservazione.

Avvertenze

Vedere “Gravidanza e allattamento” - “Interazioni con altri farmaci e altre forme d’interazione” Tenere fuori dalla portata dei bambini. Con piroxicam sono stati segnalati casi di eruzione fissa da farmaci (FDE). Piroxicam non deve essere reintrodotto in pazienti con anamnesi di FDE correlata a piroxicam. Potrebbe verificarsi una potenziale reazione crociata con altri oxicam.

Interazioni

In base agli studi di biodisponibilità è estremamente improbabile che il LENOSPREAD crema spiazzi altri farmaci legati alle proteine plasmatiche. Tuttavia i medici dovranno tenere sotto controllo i pazienti trattati con LENOSPREAD crema e farmaci ad alto legame proteico per eventuali aggiustamenti dei dosaggi.

Effetti indesiderati

Il piroxicam per uso topico è ben tollerato e non si osservano reazioni indesiderate ad esso attribuibili. L'applicazione di prodotti per uso topico specie se protratta, può dare origine a fenomeni di sensibilizzazione. In presenza di reazioni di ipersensibilità, si dovrà interrompere il trattamento ed istituire una terapia opportuna. Frequenza non nota: eruzione fissa da farmaci (vedere paragrafo 4.4) Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Sovradosaggio

Non sono stati riportati fino ad ora in letteratura casi di iperdosaggio.

Gravidanza e allattamento

Come per gli altri FANS LENOSPREAD crema non va somministrato in stato di gravidanza accertata o presunta e durante l'allattamento. LENOSPREAD crema inibisce la sintesi e la liberazione delle prostaglandine mediante un effetto sulla prostaglandinbiosintetasi. Questo effetto, come per altri FANS, è stato associato con aumento di frequenza di eventi distocici e di parto protratto in animali gravidi nei quali la somministrazione del farmaco venne effettuata nell'ultimo periodo di gestazione. Gravidanza . L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1,5%. È stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embione-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a: - tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); - disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios; la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: - possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse; - inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio

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